Donna Fiorucci Denim dress

159,99

 

Il modo più immediato per farlo è aprire un suo negozio, un rifugio dove rendere la moda accessibile, democratica. Nelle boutique dell’epoca ci vanno solo le persone di un certo rango, con un certo portafoglio e una certa attitude; da Fiorucci sarebbero potuti andare tutti, i giovani ma anche le loro mamme, e avrebbero trovato qualcosa di divertente, da indossare senza pensarci troppo, esprimendo con leggerezza la propria personalità.

Il design del suo primo negozio Elio lo affida a Amalia Del Ponte, non un architetto ma una giovane scultrice e artista, che lavora con vari materiali tra cui la plastica. Sarà la prima di una lunghissima serie di collaborazioni e sinergie intellettuali con artisti da altri campi che non siano la moda, come Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Michele De Lucchi. Fiorucci è curioso di tutto, come un bambino di fronte alle cose nuove, e forse sarà proprio questa la chiave del suo successo.

L’inaugurazione dello store Fiorucci è il 31 maggio del 1967, ed è un vero e proprio party come se ne vedrebbero oggi; c’è perfino Celentano, che arriva alla festa in cadillac.
Dentro, non solo moda ma anche oggetti di vario tipo, come un mercatino della domenica edgy o una galleria d’arte informale; le commesse indossano abiti colorati e sono allegre e sorridenti. “Vendiamo cose piccole, piccoli oggetti ma pieni di sentimento”, dirà Elio.

Abituati come siamo a una moda easy e pop, accessibile a tutti, oggi tutto questo potrà sembrare normale, ma per l’epoca fu una vera e propria rivoluzione. Fu Fiorucci a “liberare la moda”.

 

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Description

Il modo più immediato per farlo è aprire un suo negozio, un rifugio dove rendere la moda accessibile, democratica. Nelle boutique dell’epoca ci vanno solo le persone di un certo rango, con un certo portafoglio e una certa attitude; da Fiorucci sarebbero potuti andare tutti, i giovani ma anche le loro mamme, e avrebbero trovato qualcosa di divertente, da indossare senza pensarci troppo, esprimendo con leggerezza la propria personalità.

Il design del suo primo negozio Elio lo affida a Amalia Del Ponte, non un architetto ma una giovane scultrice e artista, che lavora con vari materiali tra cui la plastica. Sarà la prima di una lunghissima serie di collaborazioni e sinergie intellettuali con artisti da altri campi che non siano la moda, come Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Michele De Lucchi. Fiorucci è curioso di tutto, come un bambino di fronte alle cose nuove, e forse sarà proprio questa la chiave del suo successo.

L’inaugurazione dello store Fiorucci è il 31 maggio del 1967, ed è un vero e proprio party come se ne vedrebbero oggi; c’è perfino Celentano, che arriva alla festa in cadillac.
Dentro, non solo moda ma anche oggetti di vario tipo, come un mercatino della domenica edgy o una galleria d’arte informale; le commesse indossano abiti colorati e sono allegre e sorridenti. “Vendiamo cose piccole, piccoli oggetti ma pieni di sentimento”, dirà Elio.

Abituati come siamo a una moda easy e pop, accessibile a tutti, oggi tutto questo potrà sembrare normale, ma per l’epoca fu una vera e propria rivoluzione. Fu Fiorucci a “liberare la moda”.

 

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